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San Giuseppe lavoratore

Maria Valtorta vede la Sacra Famiglia nella casa di Nazareth:

«Proprio ora [San Giuseppe] gli portava dei piccoli attrezzi di lavoro, adatti a Lui, perché potesse imparare, senza fatica, ad usarli.

«Così ti aiuterò!», dice Gesù con un sorriso.

«Così mi aiuterai e diventerai un bravo falegname. Vieni a vederli».

Ed entrano nel laboratorio. E Giuseppe mostra un piccolo martello, una piccola sega, dei minuscoli cacciavite, una pialla da bambola, deposti su un bancone da falegname in erba: un bancone adatto alla statura del piccolo Gesù.

«Vedi, per segare si mette questo legno appoggiato così. Si prende la sega così e, facendo attenzione di non andare contro le dita, si sega. Prova…».

E la lezione comincia. E Gesù, divenendo rosso nello sforzo e stringendo le labbra, con attenzione sega e poi liscia la piccola asse con la pialla e, anche se è alquanto storta, gli pare bella, e Giuseppe lo loda e gli insegna a lavorare con pazienza e amore.

[…]

Dice Gesù:

«Le care ore passate a fianco di Giuseppe, che come per un giuoco mi condusse ad esser capace di lavorare, Io non le dimentico neppure ora che sono in Cielo. E quando guardo al padre mio putativo, rivedo il piccolo orto e il laboratorio fumoso, e mi pare di vedere affacciarsi la Mamma col suo sorriso, che faceva d’oro il luogo e beati noi».

(tratto da Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, 37.2)

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