Dice Gesú:
La doménica, il lunedÍ e martedÍ (offri le tue sofferenze) per il Sacerdòzio. Nel Sacerdòzio includo tutti i consacrati di ogni gènere e categoria. ¿Perché tre giorni per loro soli? Perché, per il bisogno che ne hanno, non basterébbero tutti e sette.
¿Cosa è il Sacerdòzio per la massa dei fedeli? ¿A che lo paragoneremo? Agli elementi vitali. ¿La terra potrebbe avér avuto vita e conservato vita senza luce, calore, acqua, aria? No. Non avrebbe potuto.
Ebbene, prendi la Bíbbia e leggi il suo primo capitolo[1]. ¿Che dice? “In princípio Dio creò cielo e terra… Il primo giorno fece la luce” perché la terra era coperta di tènebre e la vita non può èsservi dove è perpètua tènebra. “Il secondo disse: ‘Sia il firmamento e separi le acque dalle acque’ perché per la vita terrestre ci voleva l’acqua. Ma questa non doveva èssere tutta sul globo o tutta nel cielo. Ma bensì scèndere quando era giusto, raccògliersi dove era giusto, risalire per quanto era giusto. Altrimenti la terra sarebbe divenuta pólvere o pantano. “Il terzo giorno creò il mare radunando le acque”. Il mare: l’enorme bacino per lo scàrico di tutte le acque terrestri e per l’alimentazione di tutte le acque celesti che le nubi avrébbero poi sparso nuovamente sulla terra.
Tre giorni per preparare la terra ad èssere abitata, e nel terzo giorno la vestì d’erba e piante perché ormai poteva ricévere seme e farne un útile vegetale. Allora sulla terra, su cui è già luce, acqua e ària, ecco che accende la fonte del calore, e col sole perfeziona la luce, e con le stelle e la luna vi règola le maree e le onde dei venti e delle acque celesti. Ecco la terra pronta a ricévere gli animali, último, nella terra completata di ogni bene, l’uomo, il re[2].
Se la settimana avesse più giorni, te ne avrei imposto quattro di penitenza per il Sacerdòzio. Perché esso è necessàrio alla vita dello spirito come i quattro elementi vitali alla terra: luce, acqua, ària e fuoco. ¿Ma come può èsser luce se è spento o offuscato? ¿Ma come può èsser acqua se è àrido? ¿Ma come può èsser respiro se è, di suo, asfíttico? ¿Ma come può èsser fuoco se è gelo?
¡O póvere ànime mie! Mie, ¡perché vi ho conquistate col mio morire! Póvere, póvere ànime mie che divenite sempre più déboli come steli ai quali venga a mancare ària, luce, calore e acqua, ¡quanta pena mi fate! ¡E quanto, quanto, quanto sdegno e ribrezzo coloro che non sanno, non vògliono, non vògliono e non vògliono assorbire i quattro elementi vitali per darli a voi!
¿Perché sono, allora, costoro? ¿Quale missione cómpiono? ¿Quella che Io ho affidata al Sacerdòzio[3]? No. La missione del loro útile e del dispérdere ciò che lo ho radunato. Oh! ¡che solo un punto mi trattiene dal colpirli!…
Maria, guarda e trema vedendo il mio viso. Con questo viso chiederò loro: “¿Che avete fatto dei miei figlî, dei miei agnelli? ¿Dove sono queste mie greggi? ¿Perché sono divenute selvàtici caproni? ¿Perché giàcquero sbranate dai quattro nemici dell’uomo: la carne, la scienza, il potere, il demònio? ¿Perché accecati, feriti, dispersi, affamati, assetati, ignudi, analfabeti nello spírito, perseguitati, abbandonati, sono stati costretti a gridare: ‘Dio non c’è poiché non lo vediamo, non lo sentiamo, non lo conosciamo attraverso l’òpera e la parola di quelli che si dícono sacerdoti di Dio?’ ¿Perché i migliori ― quelli che hanno avuto il torto, agli occhî vostri, l’imperdonàbile torto di èssere migliori di voi nella fede, speranza e carità, nel sacrifício, nella castità, nel distacco da tutto che non fossi lo e Io crocifisso, quelli che riempii di pure acque e di scelta farina per gli affamati e i morenti di sete spirituale al posto delle cisterne che s’èrano disseccate e dei granai in cui troppe tignole avévano fatto dimora, quelli che feci luce e calore per i cercanti nelle tènebre una guida a Dio e nel gelo un fuoco per non morire ― perché questi li avete colpiti e crocifissi su una ‘vostra’ croce? Essi fúrono già sulla mia e vi sono stati volentieri, anche per voi. E bastava per la loro sofferenza, o servi presuntuosi e infingardi che non avete voluto soffrire mai nulla, neppure la stanchezza física, neppure l’umiliazione salutare di vedervi sorpassati in eroismo da questi miei servi fedeli che Io stringo al cuore perché per loro si è conservata la Luce e la Parola sulla terra, stelle che splèndono nei sècoli, durante la loro paràbola, perché il Cielo splenda sempre sugli uòmini ed essi lo pòssano trovare e dire: “Là è Dio. Ecco che in quel ràggio trèmola la Parola di Dio ed io la posso udire ancora, quel tanto che mi basti per crédere, sperare, amare; per salvarmi”. Bastava per la loro sofferenza. E voi vi siete affigliati a Satana per torturarli. ¿Ma vedete? Essi sono stati medicati dalle vostre torture con il bàlsamo che esce dal mio cuore. Hanno bevuto conforto, santa ebbrezza, pace e l’amore, l’amore di un Dio, stando così, come Io li tengo, stretti contro il cuòr mio. Questo dirò loro. Ma tu dàmmi tre giorni di dolore per loro. È doloroso per Me, Pontéfice eterno, vedere che il mio esèrcito sacerdotale è pieno di ignavi e di disertori.
Brano tratto da Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, 29.5, CEC, Isola del Liri, p. 390-392.
Note
[1] Genesi 1
[2] Genesi 2, 1-7.
[3] Matteo 10; 16,17-19; 18, 18; 28,16-20; Marco 3, 13-19; 6, 7-13; 16, 14-18; Luca 6,12-16; 9, 1-5; 10, 1-20; 24, 45-49; Giovanni 10, 1-18; 20, 19-23; 21, 15-17.