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L’Immacolata concezione di Maria

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“Immacolata” è l’appellativo che identifica univocamente solo una creatura sulla faccia della terra: la Vergine Maria. Lei, infatti, pur essendo la seconda donna dopo Eva ad essere stata concepita senza peccato originale, è l’unica che è rimasta immacolata, non commettendo alcun peccato volontario. L’odierna festa liturgica dell’Immacolata concezione di Maria ci da lo spunto per presentare due riflessione di Gesù sull’Immacolata concezione di Maria, trascritte fedelmente dalla mistica cattolica italiana che le ricevette: Maria Valtorta. Sono due letture preziosissime che ci danno l’opportunità di conoscere meglio Maria, nostra mamma, e di amarla. Siccome sono letture di cielo vi invito a pregare con me la seguente preghiera da me composta:

Tanti auguri mamma!
Per l’amore che hai per me,
prometto di esserti autenticamente devoto,
sforzandomi, cioè, di imitare col tuo aiuto le tue virtù,
tra le quali spiccano la purezza e l’umiltà.
Prometto di obbedirti,
sapendo che non vuoi altro che la volontà di tuo figlio Gesù.
Mamma sostienimi con la tua preghiera e il tuo amore
in questo mio brevissimo pellegrinaggio terreno,
che è solo una parentesi temporale nell’eternità.
Amen

Riflessione sulla concezione immacolata di Maria

Maria Valtorta dopo aver descritto il momento in cui Anna rivela a Giocchino il compimento del sogno profetico ricevuto tempo addietro, e cioè che era incinta di Maria, riporta il seguente dettato di Gesù.

Dice Gesù:

«La Sapienza, dopo (aver illuminato Gioacchino e Anna) coi sogni della notte, scese, Essa, “vapore della virtù di Dio (Sapienza 7, 25), certa emanazione della gloria dell’Onnipotente”, e divenne Parola per la sterile. Colui che ormai vedeva prossimo il suo tempo di redimere, Io, il Cristo, nipote di Anna, quasi cinquant’anni dopo, mediante la Parola, opererò miracoli sulle sterili e le malate, sulle ossesse, sulle desolate, su tutte le miserie della terra. Ma intanto, per la gioia di avere una Madre, ecco che mormoro arcana Parola nell’ombra del Tempio che conteneva le speranze d’Israele, del Tempio ormai al limitare della sua vita, perché nuovo e vero Tempio, non più contenente speranze di un popolo, ma certezza di Paradiso per il popolo di tutta la terra, e per i secoli dei secoli sino alla fine del mondo, sta per essere sulla terra. E questa Parola opera il miracolo di render fecondo ciò che infecondo era. E di darmi una Madre, la quale non ebbe soltanto ottimo naturale, come era sorte lo avesse nascendo da due santi; e, non avendo soltanto un’anima buona come molti ancor l’hanno, non avendo soltanto continuo accrescimento di questa bontà per il suo buon volere, non avendo soltanto un corpo immacolato, ebbe, unica fra le creature, immacolato lo spirito.

Tu (Maria Valtorta) hai visto la generazione continua delle anime da Dio. Ora pensa quale dovette esser la bellezza di quest’anima che il Padre aveva vagheggiata da prima che il tempo fosse, di quest’anima che costituiva le delizie della Trinità, la quale Trinità ardeva di ornarla dei suoi doni per farne dono a Se stessa. O Tutta Santa, che Dio creò per Sé e poi per salute agli uomini! Portatrice del Salvatore, la prima salvezza tu fosti. Vivente Paradiso, hai col tuo sorriso cominciato a santificare la terra.

L’anima creata per esser anima della Madre di Dio! Quando, da un più vivo palpito del Trino Amore, scaturì questa scintilla vitale, ne giubilarono gli angeli, ché luce più viva mai aveva visto il Paradiso. Come petalo di empirea rosa, un petalo immateriale e prezioso che era gemma e fiamma, che era alito di Dio che scendeva ad animare una carne ben diversamente che per le altre, che scendeva tanto potente nel suo fuoco che la Colpa non poté contaminarla, essa valicò gli spazi e si chiuse in un seno santo.

La terra aveva, e non lo sapeva ancora, il suo Fiore. Il vero, unico Fiore che fiorisce eterno: giglio e rosa, mammola e gelsomino, elianto e ciclamino insieme fusi, e con essi tutti i fiori della terra in un Fiore solo, Maria, nella quale ogni virtù e grazia si aduna.

Nell’aprile la terra di Palestina pareva un enorme giardino, e fragranze e colori davano delizia al cuore degli uomini. Ma ancora ignota era la più bella Rosa. Ella era già fiorente a Dio nel secreto dell’alvo materno, poiché mia Madre amò da quando fu concepita, ma solo quando la vite dà il suo sangue per farne vino, e l’odor dei mosti, zuccherino e forte, empie le aie e le nari, Ella avrebbe sorriso prima a Dio e poi al mondo, dicendo col suo superinnocente sorriso: “Ecco, la Vite che vi darà il Grappolo da esser premuto nello strettoio per divenire Medicina eterna al vostro male, è fra voi”.

Ho detto: ” Maria amò da quando fu concepita “. Cosa è che dà allo spirito luce e conoscenza? La Grazia. Cosa è che leva la Grazia? Il peccato d’origine e il peccato mortale. Maria, la Senza Macchia, non fu mai priva del ricordo di Dio, della sua vicinanza, del suo amore, della sua luce, della sua sapienza. Ella poté perciò comprendere e amare quando non era che una carne che si condensava intorno ad un’anima immacolata che continuava ad amare.

Più avanti ti farò contemplare mentalmente la profondità della verginità in Maria. Ne avrai una vertigine celeste come quando ti ho fatto considerare la nostra eternità. Intanto considera come il portare in seno una creatura esente dalla Macchia, che priva di Dio, dia alla madre, che pure l’ha concepita naturalmente, umanamente, una intelligenza superiore e ne faccia un profeta. Il profeta della figlia sua, che ella chiama: “Figlia di Dio”. E pensa cosa sarebbe stato se dai primi genitori innocenti fossero nati innocenti figli, come Dio voleva.

Questo, o uomini che dite di avviarvi al “superuomo”, e coi vostri vizi vi avviate unicamente al superdemone, sarebbe stato il mezzo per portare al “superuomo”. Saper rimanere senza contaminazione di Satana per lasciare a Dio l’amministrazione della vita, della conoscenza, del bene, non desiderando più di quanto – ed era poco meno che infinito – Dio non vi avesse dato, per poter generare, in una continua evoluzione verso il perfetto, dei figli che fossero uomini nel corpo e figli dell’Intelligenza nello spirito, ossia trionfatori, ossia forti, ossia giganti su Satana, che sarebbe stato atterrato tante migliaia di secoli avanti l’ora in cui lo sarà, e con lui tutto il suo male» (Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Volume 1, Capitolo 4, CEV, Isola del Liri, 2000).

 

Elogio della purezza dell’Immacolata

Dice Gesù:

«La purezza ha un valore tale che un seno di creatura poté contenere l’Incontenibile, perché possedeva la massima purezza che potesse avere una creatura di Dio.

La Ss. Trinità scese con le sue perfezioni, abitò con le sue Tre Persone, chiuse il suo Infinito in piccolo spazio ― né si diminuì per questo, perché l’amore della Vergine e il volere di Dio dilatarono questo spazio sino a renderlo un Cielo ― si manifestò con le sue caratteristiche:

il Padre, essendo Creatore nuovamente della Creatura come al sesto giorno (Genesi 1,24-31) ed avendo una “figlia ” vera, degna, a sua perfetta somiglianza. L’impronta di Dio era stampata in Maria così netta che solo nel Primogenito del Padre le era superiore. Maria può essere chiamata la ” secondogenita ” del Padre perché, per perfezione data e saputa conservare, e per dignità di Sposa e Madre di Dio e di Regina del Cielo, viene seconda dopo il Figlio del Padre e seconda nel suo eterno Pensiero, che ab eterno in Lei si compiacque;

il Figlio, essendo anche per Lei “il Figlio” e insegnandole, per mistero di grazia, la sua verità e Sapienza quando ancora non era che un Germe che le cresceva in seno;

lo Spirito Santo, apparendo fra gli uomini per una anticipata Pentecoste, per una prolungata Pentecoste, Amore in “Colei che amò”, Consolazione agli uomini per il frutto del suo seno, Santificazione per la maternità del Santo.

Dio, per manifestarsi agli uomini nella forma nuova e completa che inizia l’èra della Redenzione, non scelse a suo trono un astro del cielo, non la reggia di un potente. Non volle neppure le ali degli angeli per base al suo piede. Volle un seno senza macchia.

Anche Eva era stata creata senza macchia. Ma spontaneamente volle corrompersi. Maria, vissuta in un mondo corrotto ― Eva era invece in un mondo puro ― non volle ledere il suo candore neppure con un pensiero volto al peccato. Conobbe che il peccato esiste. Ne vide i volti diversi e orribili. Tutti li vide. Anche il più orrendo: il deicidio. Ma li conobbe per espiarli e per essere, in eterno, Colei che ha pietà dei peccatori e prega per la loro redenzione» (Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Volume 1, Capitolo 1, CEV, Isola del Liri, 2000)