Abbiamo già scritto che in questo 2024 ricorre (il 14 febbraio) il 330° anniversario del primo monte frumentario fondato a Benevento da Vincenzo Maria Orsini e ( il 29 maggio) il terzo centenario della sua elezione a pontefice col nome di Benedetto XIII. Ma il 14 febbraio ricorrono anche 330 anni dalla consacrazione della chiesa di S. Adiutore, mia parrocchia di origine, in Cervinara, da parte del cardinale Orsini.
Alcune note storiche ci aiutano a comprendere lo speciale “feeling” instaurato tra il Grande Pastore della Chiesa beneventana e la ferace Valle Caudina. Dal 31 marzo al 2 aprile 1727, per 3 giorni Benedetto XIII venne da Roma a Benevento.
Mons. Pasquale Taddeo, parroco di S. Adiutore e Vicario foraneo della Valle Caudina, il 16 febbraio 1930, scrive che: “Nella vetusta chiesa comunale del Carmine, nella cui ampia navata pare che risuonino ancora le salmodie dei padri carmelitani, sul lato sinistro di chi entra, vi è un altare privilegiato con un’ epigrafe, curata dal dottor Michele Buonanno, che ricorda il passaggio di Benedetto XIII, sommo pontefice, nel suo viaggio da Roma a Benevento, soffermandosi in Cervinara al tramonto del 1°aprile 1727 e pernottandovi.
Durante i lunghi anni del suo episcopato beneventano, tante volte Cervinara diventa punto centrale del suo soggiorno, mentre visita i vari paesi della forania. Tuttora appaiono in Valle Caudina le numerose tracce del suo zelo e della sua apostolica attività, eloquenza di una fibra tutta adamantina. Le dieci chiese parrocchiali della forania sono quasi tutte consacrate da lui. Le varie cappelle, i tre santuari della Vergine del Bagno, San Biagio e Maria Santissima della Stella, benedetti e consacrati da lui. A quest’ultimo santuario in Rotondi fa anche dono di una graziosa statua tuttora venerata sotto il titolo della Stella e tante volte ne ascende il colle in devoto pellegrinaggio. I numerosi altari recano il ricordo della loro consacrazione per le sue mani. Dal suo diario si apprende che molte volte, fuori dalla visita pastorale ufficiale, ritorna in Cervinara per tenere corsi di predicazione. Cervinara è dunque il campo privilegiato dell’attività apostolica dell’ Arcivescovo Orsini. La ridente cittadina nelle sue pagine vanta il prezioso ricordo di aver ospitato Papa Benedetto XIII”. ( AA. VV. , Papa Orsini. Nel secondo centenario della morte, XXI Febbraio MCM XXX, Benevento).
Dal diario delle principali funzioni fatte da Benedetto Pontefice Massimo l’anno 1727, manoscritto di Monsignor Venanzio Piersanti di Matelica, maestro delle cerimonie del papa, apprendiamo che: “Il giorno 31 marzo, di lunedì, entrato in diocesi, visitò la chiesa e il romitorio di San Fortunato in Paolisi, prima terra di detta sua diocesi. Sempre in Paolisi visitò la parrocchiale di San Martino e l’ arcipretale di Sant’Andrea. La stessa sera arrivò a Cervinara e, posato il Santissimo Sacramento nella chiesa di Santa Maria della Valle, si ritirò nel suo casino di Montevergine . Il primo aprile, martedì, la mattina sua santità aveva deciso di amministrare la Cresima, ma preso da compassione per le persone che dovevano raggiungerlo con grande disagio per la tanta neve caduta la notte antecedente, decise di differirla ad altro tempo”. E in un altro diario, manoscritto nel 1770 da un canonico di Benevento, recuperato dal professore De Spirito, si legge: “Non va dimenticato il portentoso evento avvenuto in Cervinara; la mattina del secondo giorno, 2 aprile 1727, di mercoledì, dopo la grande nevicata della notte precedente, si trovò il grano seminato e cresciuto nello spazioso terreno antistante la facciata e il portone di quel casino bloccato da tanta neve, ed essendo ancora accorso numeroso popolo, anche dai paesi vicini per vedere il Santo Padre e per ottenere la sua benedizione pontificia, prima che partisse di là, si affollò talmente nel predetto campo che calpestò insieme alla neve tutto quel grano, così che il colono credeva di averlo già tutto perduto; ma nella raccolta, questo campo, diede più frutto di ogni altra volta, con generale ammirazione e stupore”. Il 2 aprile, mercoledì : “Da Cervinara, se ne venne sua santità la mattina a Benevento e, lasciato il Santissimo Sacramento nella chiesa della Madonna degli Angeli dei Padri serviti presso la città fuori le mura visitò anche la chiesa di Nostra Signora delle Grazie”.
In monumenta varia, 1622 – 1724, della Chiesa di Sant’Auditore in Cervinara, leggiamo che questa parrocchia fu consacrata dall’Arcivescovo Orsini, alla presenza del parroco don Camillo Cafaro, il 21 luglio 1694. Era la sessantasettesima da lui consacrata da quando fu fatto vescovo di Manfredonia ( 1675 ), di Cesena (1680) e di Benevento (1686). Dopo il terremoto del 14 marzo 1702, consacrò nuovamente, il 7 novembre 1706, l’altare maggiore “integralmente rifatto con marmi più nobili ed eleganti”, mentre, due anni prima, il 5 dicembre 1704, aveva consacrato i quattro altari minori di:
1. Santa Maria del suffragio o del Monte dei morti e di San Filippo Neri;
2. Beata Vergine Maria e San Michele, santi Andrea e Giacomo, Marco e Audiutore, Leonardo e Marta o dei beneficiari;
3. Santi Antonio Abate e Antonio di Padova;
4. San Giovanni Battista.
Dal registro delle visite pastorali compiute da Orsini (1686-1728 ) a Cervinara apprendiamo che nella dodicesima visita dell’11 ottobre 1710 alla chiesa di Sant’Adiutore per l’altare di San Giovanni Battista si osserva: “che si solleciti il nuovo quadro del Castellano, giusto il decreto 4° della undicesima visita (1708)” ;nella tredicesima visita del 3 ottobre 1712, si legge: “lodiamo il quadro di (San Giovanni Battista) fatto con la spesa di ducati 15, ordinato fin dal decreto 5° della nona visita (1704)”.
Eletto Arcivescovo di Benevento il primo dicembre 1685, il cardinale Orsini giunse in città il 28 maggio 1686 e l’8 ottobre si recò a Cervinara per svolgere la visita pastorale. Vi rimase continuativamente, eccetto alcuni giorni in cui fu a Napoli, per più di due mesi, fino al 17 dicembre, dimorando nel “soppresso convento di Montevergine nella parrocchia di Santa Maria della Valle”, scelto, come altre volte in seguito, quale sua abituale residenza.
La successiva domenica, 13 ottobre 1686, iniziò la visita alla chiesa arcipretale di San Gennaro e poi a quella parrocchiale di San Nicola, di Santa Maria della Valle, di San Potito, di San Marciano e, il 9 dicembre, a quella di Sant’Audiutore, che aveva il maggior numero di fedeli (e così è anche oggi) e, anni dopo, un parroco di nome Giovan Battista Mainolfi, alla cui morte nel 1702, il cardinale Orsini si dispiacque sommamente per la perdita di sì degno sacerdote. Provo intima e intensa commozione dinanzi ad un arcivescovo intelligente, generoso, zelante, umanissimo, santo, che ha amato teneramente la Chiesa Beneventana e prediletta attraverso tantissime testimonianze la mia città natale, Cervinara. In questo moltiplicarsi di anniversari storicamente significativi dovremmo tutti avvertire il bisogno di celebrare la memoria di fra Vincenzo Maria Orsini, protagonista indiscusso di un’avventura ecclesiale e sociale, grandissima ed umile, gioiosa e sofferta, faticosa e coraggiosa, umana e divina che ha attraversato queste nostre comunità. Davvero la Provvidenza di Dio ha visitato il popolo sannita- irpino per mezzo di Papa Orsini, Pastore santo, testimone di una pastoralità viva e vigilante, premurosa e accorta, intervenendo con fermezza a difendere la dignità di sacerdoti e fedeli ma anche richiamandoli con durezza nei gesti di viltà. Autorevolezza esigente e tenerezza misericordiosa di un Pastore severo ma col cuore di un Padre.