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Nella sua ultima cena, Gesù disse ai suoi apostoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 16,12-15). Lungo tutta la storia Gesù ha dimostrato di essere stato fedele a questa promessa, non facendo mai mancare alla sua chiesa i profeti per mezzo dei quale lo Spirito Santo ha dato rivelazioni. È vero che la rivelazione si chiude con Giovanni, ma è altrettanto vero che molte cose sono misteriose in Giovanni, e solo lo Spirito Santo le può rendere limpide, accettabili, non solo per fede ma per comprensione [1]. Dio quindi non ha mai fatto mancare alla sua chiesa il dono della profezia, intesa non semplicemente come vaticinio, ma principalmente come aumento dell'intelligenza della fede e come sapienza per l'applicazione del vangelo ai casi concreti della vita, che mutano col mutar dei secoli. Questo dono di profezia Dio lo ha dato in senso lato a tutti fedeli, ma specialmente ai profeti, che secondo san Paolo fanno parte del fondamento stesso della Chiesa[2], in subordine agli apostoli[3].
Tra questi profeti abbiamo la mistica cattolica Maria Valtorta, che ricevette innumerevoli messaggi tra i qual ve ne è uno di Gesù che desidero presentare qui di seguito. Questo messaggio, oltre ad essere un fulgido esempio di questo spirito di profezia e una chiarificazione riguardante il ruolo della profezia nella vita della chiesa, indica qual è il compito di noi cristiani nella diffusione della profezia:
«Vi ricordo il dragone rosso dell’Apocalisse, il quale con la coda si traeva dietro un terzo delle stelle facendole precipitare. E vi ricordo che, dopo aver insidiato la donna ― la quale, nella solitudine, nel luogo preparato da Dio per esservi nutrita per un tempo, due tempi e metà di un tempo, fu soccorsa e salvata dalla infernale fiumana dell’Odio ― esso si fermò fra le arene. E vi ricordo che il dragone, furente di non poterla distruggere, andò a far guerra a quelli che restavano della progenie della Donna, a quelli che osservavano i comandamenti di Dio e ritenevano la testimonianza di Gesù Cristo[4]. E vi ricordo però che questi apparivano sedotti e turbati dalle parole e dai prodigi della Bestia e la seguirono in molti. Solo i santi fra essi furono vinti con la morte ma non nello spirito[5].
Cosa è ciò che santifica? La conoscenza sempre più vasta di Dio, data a controbilanciare la predicazione sempre più vasta e attiva e corrodente della Bestia, data coi mezzi adeguati ai tempi nuovi, coi mezzi che penetrano là dove non penetrano le persone. Io l’ho detto: “i figli del secolo sono più avveduti dei figli della luce”[6]. Essi usano i mezzi nuovi e penetrano con propaganda sottile là dove la staticità dei figli della luce non penetra. Il libro è distruzione al giorno d’oggi perché è penetrazione. Perché allora non controdistruggere ciò che essi, i tenebrosi, edificano sulle macerie di ciò che era mio e che essi hanno abbattuto? Seminate sulle macerie e, per la mia Grazia, che accompagnerà i vostri sforzi, nasceranno dalle macerie nuovi steli di senape: il più piccolo seme che però fa tanta fronda da dare ricovero agli uccelli senza nido. Troppe anime non hanno più nido nella fede semplicemente perché non sanno, perché non mi conoscono. Non è conoscenza di Me il povero ricordo di un Dio Uomo morto su una Croce. È conoscenza di Me il conoscere tutte le forme della evangelizzazione di Cristo, del sacrificio di Cristo, dell’amore di Cristo Uomo e Dio. Vuote, semivuote le chiese? Siano penetrate le case. Sorgete, o dormienti! Sorgete, o timidi! Non è tempo di dormire. Devo essere io che a voi dormienti mentre la barca è presa da onde di naufragio grida: “Sorgete ché se no perite”? Devo essere io che dico: “Aumentate la vostra fede”? Ciò non sia. Guardate quanti periscono o sono sedotti perché non hanno che il pane avvelenato delle eresie di ogni specie o sono sedotti perché rintronati dalle voci dei falsi apostoli servi alla Bestia. Aiutate il Maestro che ha misericordia di questa turba e vi dà il pane perché non muoia nel deserto. Date questo pane. […]
Agite. Come gli altri agiscono. Agite con giustizia e carità, come gli altri con ingiustizia e anticarità. Agite subito. Dal come e dal tempo come agirete per fare ciò che Io voglio e ciò che vuole la carità verso il portavoce, apparirà la vostra formazione, la vostra fede, la vostra ubbidienza, il vero aspetto del vostro spirito apparirà. E la mia Grazia e Benedizione scenderà, proporzionata alla vostra perfezione, […] a vostra protezione e conforto.
State nella pace e nella mia unione, e conoscetemi e difendetemi nella mia creatura che ho usata per voi[7], per tutti, e che vi ho affidata»[8].
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Note
[1] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n 67; Maria Valtorta, I Quaderni dal 1945 al 1950, CEV, 1985, p. 294.
[2] «Edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù» (Efesini 2,20).
[3] «Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti…» (1 Cor 12,28)
[4] Nel testo originale sono riportate sole le iniziali puntate: “G.C.”
[5] Apocalisse 12-13.
[6] Luca 16,8.
[7] Cioè il profeta che Dio ha scelto per portare un sue messaggio.
[8] Maria Valtorta, I Quaderni dal 1945 al 1950, CEV, 1985, pp. 291s. 295
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