Àudio-commento teològico-spirituàle alle letture e alle preghiere del Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum[1], (it.: Messale Romano riveduto per decreto del sacrosanto Concílio di Trento), tratto da Maria Valtorta, Il libro di Azaria, CEV.
Per ascoltare l’àudio-commento, clicca sul símbolo bianco del play, posto nel riquadro soprastante in basso a destra.
Pròprio della s. Messa tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e traduzione italiana delle letture secondo la traduzione proposta dalle CEI
INTRÓITUS
Ps.47,10-11 – Suscépimus, Deus, misericórdiam tuam in médio templi tui: secúndum nomen tuum, Deus, ita et laus tua in fines terræ: iustítia plena est déxtera tua. Ps. 47, 2 – Magnus Dóminus, et laudábilis nimis: in civitáte Dei nostri, in monte sancto eius. Glória Patri… Ps.47,10-11 – Suscépimus, Deus,…
Sal. 47, 10-11 – Abbiamo ricevuto, o Dio, la tua misericordia nel tuo tempio; la tua lode, come si conviene al tuo nome, si stende fino alle estremità della terra: la tua destra è piena di giustizia. Sal. 47, 2 – Grande è il Signore, e degnissimo di lode nella sua città e nel suo santo monte. Gloria al Padre… Sal. 47, 10-11 – Abbiamo ricevuto, o Dio… …
ORÁTIO
Largíre nobis, quǽsumus, Dómine, semper spíritum cogitándi quæ recta sunt, propítius et agéndi: ut, qui sine te esse non póssumus, secúndum te vívere valeámus. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
M. – Amen.
Concedici propizio, Te ne preghiamo, o Signore, di pensare ed agire sempre rettamente; cosí che noi, che senza di Te non possiamo esistere, secondo Te possiamo vivere. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
M. – Amen..
EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Romános, 8, 12-17
Fratres: Debitóres sumus non carni, ut secúndum carnem vivámus. Si enim secúndum carnem vixéritis, moriémini: si áutem spíritu facta carnis mortificavéritis, vivétis. Quicúmque enim spíritu Dei agúntur, ii sunt fílii Dei. Non enim accepístis spíritum servitútis íterum in timóre, sed accepístis spíritum adoptiónis filiórum in quo clamámus: Abba (Pater). Ipse enim Spíritus testimónium reddit spirítui nostro, quod sumus fílii Dei. Si áutem fílii, et herédes: herédes quidem Dei, coherédes áutem Christi.
M. – Deo grátias.
Fratelli: Noi non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne. Se infatti vivrete secondo la carne, morrete; ma se mediante lo Spirito avrete ucciso le opere della carne, vivrete. Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. Voi infatti non avete ricevuto lo spirito di servitú per ricadere nel timore, ma lo Spirito d’adozione a figli, per il quale gridiamo: Abba, Padre. E lo stesso Spirito rende testimonianza all’ànima nostra che siamo figli di Dio. Ma, se figli, siamo pure eredi: eredi perciò di Dio e coeredi di Cristo.
M. – Deo grátias.
GRADUALE
Ps. 30, 3 – Esto mihi in Deum protectórem, et in locum refúgii, ut salvum me fácias. Ps. 70, 1 – Deus, in te sperávi: Dómine, non confúndar in ætérnum.
Sal. 30, 3 – Sii per me, o Dio, protezione e luogo di rifugio: affinché mi salvi. Sal. 70, 1 – O Dio, in Te ho sperato: ch’io non sia confuso in eterno, o Signore.
ALLELÚIA
Allelúia, allelúia. Ps. 47, 2 – Magnus Dóminus, et laudábilis valde: in civitáte Dei nostri, in monte sancto eius. Allelúia.
Allelúia, allelúia. Sal. 47, 2 – Grande è il Signore, degnissimo di lode nella sua città e sul suo santo monte. Allelúia.
EVANGÉLIUM
Sequéntia S. Evangélii secundum Lucam, 16, 1-9
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Homo quídam erat dives, qui habébat víllicum: et hic diffamátus est apud illum, quasi dissipásset bona ipsius. Et vocávit illum, et ait illi: Quid hoc áudio de te? redde ratiónem villicatiónis tuæ: iam enim non póteris villicáre. Ait áutem víllicus intra se: Quid fáciam, quia dóminus meus áufert a me villicatiónem? fódere non váleo, mendicáre erubésco. Scio quid fáciam, ut, cum amótus fúero a villicatióne, recípiant me in domus suas. Convocátis ítaque síngulis debitóribus dómini sui, dicébat primo: Quantum debes dómino meo? At ille dixit: Centum cados ólei. Dixítque illi: Accipe cautiónem tuam: et sede cito, scribe quinquagínta. Deinde álii dixit: Tu vero quantum debes? Qui ait: Centum coros trítici. Ait illi: Accipe lítteras tuas, et scribe octogínta. Et laudávit dóminus víllicum iniquitátis, quia prudénter fecísset: quia fílii huius sǽculi prudentióres fíliis lucis in generatióne sua sunt. Et ego vobis dico: fácite vobis amícos de mammóna iniquitátis: ut, cum defecéritis, recípiant vos in ætérna tabernácula.
M. – Laus tibi Christe.
In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli questa parabola: Vi era un uomo ricco che aveva un fattore, e questi fu accusato presso di lui di avergli dissipato i beni. Allora lo chiamò e gli disse: Che cosa sento dire di te? réndimi conto del tuo operato, perché ormai non potrai piú essere mio fattore. Questi disse fra sé: Cosa farò poiché il padrone mi toglie la fattoria? Non posso zappare, mi vergogno di chiedere l’elemosina. Ma so quello che farò, affinché quando sarò cacciato dalla fattoria, possa essere accolto in casa altrui. Adunati quindi tutti i debitori del suo padrone, diceva al primo: Quanto devi al mio padrone? E questi: Cento orci d’olio. E il fattore: Prendi la tua obbligazione, siediti e scrivi: cinquanta. Poi disse a un altro: E tu, quanto devi? Cento staia di grano. E il fattore: Prendi la tua lettera e segna: ottanta. E il padrone lodò il fattore disonesto che aveva agito con astuzia, poiché i figli del secolo sono piú accorti, fra loro, dei figli della luce. E io dico a voi: fatevi degli amici con le ricchezze dell’iniquità, affinché, quando morrete, gli amici vi accolgano nelle loro eterne dimore.
M. – Lode a Te, o Cristo.
ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM
Ps. 17, 28 et 32 – Pópulum húmilemsalvum fácies, Dómine, et óculos superbórum humiliábis: quóniam quis Deus prǽter te, Dómine?
Sal. 17, 28 e 32 – Tu, o Signore, salverai l’umile popolo e umilierai gli occhi dei superbi, poiché chi è Dio all’infuori di Te, o Signore?
SECRÉTA
Súscipe, quǽsumus, Dómine, múnera, quæ tibi de tua largitáte deférimus: ut hæc sacrosáncta mystéria, grátiæ tuæ operánte virtúte, et præséntis vitæ nos conversatióne sanctíficent, et ad gáudia sempitérna perdúcant. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
M. – Amen.
Gradisci, Te ne preghiamo, o Signore, i doni che noi, partecipi dell’abbondanza dei tuoi beni, Ti offriamo, affinché questi sacrosanti misteri, per opera della tua grazia, ci santífichino nella pratica della vita presente e ci conducano ai gaudii sempiterni. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
M. Amen.
PREFAZIO DELLA SS. TRINITÀ
COMMÚNIO
Ps. 33, 9 – Gustáte et vidéte, quóniam suávis est Dóminus: beátus vir, qui sperat in eo.
Sal, 33, 9 – Gustate e vedete quanto soave è il Signore: beato l’uomo che spera in Lui.
POSTCOMMÚNIO
Sit nobis, Dómine, reparátio mentis et córporis coeléste mystérium: ut, cuius exséquimur cultum, sentiámus efféctum. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
M. Amen.
O Signore, che questo celeste mistero giovi al rinnovamento dello spirito e del corpo, affinché di ciò che celebriamo sentiamo l’effetto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
M. Amen.