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Chi non ha desiderato almeno una volta vedere l’invisibile e cogliere cosa accade nel mistero durante la comunione? La mistica cattolica Catalina Rivas ci presta i suoi occhi e ci descrive cosa per grazia ha visto durante la messa:
« Era giunto il grande momento dell’incontro, della Comunione; il Signore mi disse: “Aspetta un momento, voglio che tu osservi qualcosa”. Spinta da un impulso interiore, diressi lo sguardo verso la persona che stava per ricevere la comunione sulla lingua dalla mano del sacerdote. Devo chiarire che questa persona era una delle signore del nostro gruppo che la sera prima non era riuscita a confessarsi, ma che si era confessata questa mattina, prima della Santa Messa. Quando il sacerdote ebbe posto la sacra ostia sulla sua lingua, vi fu come un lampo di luce; quella luce di colore bianco dorato intenso, attraversò questa persona, prima dalla spalla e poi circondando la spalla, gli omeri e la testa. Disse il Signore: “È così che io mi compiaccio nell’abbracciare un’anima che viene a ricevermi con il cuore puro”. Il tono della voce di Gesù era quello di una persona felice. Io ero stupita nell’ammirare quell’amica che tornava al suo posto circondata di luce, abbracciata dal Signore; ho pensato alle meraviglie che noi tante volte perdiamo, perché andiamo a ricevere Gesù con le nostre piccole o grandi mancanze, mentre dovrebbe essere solo una festa. Molte volte diciamo che non vi sono sacerdoti per confessarsi spesso, ma il problema non consiste nel confessarsi spesso, il problema consiste nella nostra facilità a tornare a cadere nel male. D’altronde, così come, quando abbiamo una festa, ci sforziamo di trovare un salone di bellezza o gli uomini un barbiere, dobbiamo sforzarci anche di andare a cercare il sacerdote quando abbiamo bisogno che vengano tolte da noi tutte quelle cose sporche e non avere la sfacciataggine di ricevere Gesù in qualsiasi momento con il cuore pieno di cose cattive.
Quando mi sono diretta a ricevere la comunione, Gesù ripeteva: “L’ultima Cena fu il momento di maggiore intimità con i miei. In quell’ora dell’amore, ho istituito quello che agli occhi degli uomini può sembrare la più grande pazzia, farmi prigioniero d’amore. Ho istituito l’Eucaristia. Ho voluto rimanere con voi fino alla fine dei secoli, perché il mio amore non poteva sopportare che rimanessero orfani coloro che amavo più della Mia vita”. Ricevetti quell’Ostia, che aveva un sapore particolare; era una mescolanza di sangue e incenso che mi inondò interamente. Provavo tanto amore che le lacrime scorrevano senza poterle trattenere. ».
( Tratto da “Per riscoprire la Santa Messa”).